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Lettera su Il Cittadino, 22/12/09 – PARTECIPAZIONE AL CORTEO SODDISFACENTE

Gentile Direttore,
Le chiedo questo spazio nella rubrica delle lettere per scrivere qualche considerazione in seguito alla manifestazione studentesca organizzata venerdì scorso dall’associazione Arci Studenti Lodi, di cui sono il segretario.
La manifestazione è stata organizzata per contrastare le leggi promulgate dal Ministero della Pubblica Istruzione, in particolare ci siamo opposti ai tagli economici, di docenti e di ore (con la conseguente eliminazione dei corsi sperimentali nei Licei e negli Istituti Tecnici e Professionali), ai sostegni per le famiglie che iscrivono i propri figli ad Istituti Privati e alla strumentalizzazione del voto in condotta. Questi tagli riguarderanno anche le ore di sostegno per i diversamente abili e le ore di italiano aggiuntive per gli stranieri: saranno perciò penalizzati gli studenti socialmente più deboli. Un insieme di leggi che, a nostro avviso, incidono negativamente, all’interno della scuola stessa, sulla democrazia, poiché non tutti avranno gli stessi diritti, sulla meritocrazia, perché verranno investiti meno soldi in borse di studio, e sulla qualità e l’efficienza del sistema scolastico. Questa non è la scuola in cui vogliamo studiare: la manifestazione quindi aveva come unico fine l’espressione di dissenso nei confronti di questi provvedimenti.
Venerdì mattina eravamo 40 studenti in corteo: una cifra che, sommando le intemperie meteorologiche degli ultimi giorni e l’approssimarsi della chiusura del trimestre negli istituti superiori (e quindi l’ingombrante presenza di verifiche e interrogazioni nel calendario di ogni studente), può essere considerata soddisfacente! Ma ancora più soddisfacente, ai miei occhi, è stato vedere così tanti giovani impegnarsi per la riuscita di questa iniziativa: abbiamo raddoppiato le forze organizzative rispetto l’anno scorso e aumentato i contatti in tutte le scuole! E stando a ciò che mi riferiscono amici più “vecchi” di me, nel nostro capoluogo non è mai esistita un’associazione studentesca che fosse così radicata sul territorio come l’Arci Studenti Lodi: infatti ad un anno dalla nascita, partendo da una decina di simpatizzanti, abbiamo raccolto ben 41 adesioni da parte di studenti di sette Istituti Superiori del lodigiano e di Università di quattro città differenti! E in più, a partire da quest’anno proporremo la sezione staccata a Codogno, dove abbiamo numerosi contatti nel Liceo Scientifico Novello.
Tutti questi risultati quindi ci esortano a continuare la nostra opposizione alle leggi del Ministero dell’Istruzione e a proporre nuove iniziative riguardo altre tematiche culturali, sociali e giovanili. Dopo le vacanze di Natale renderemo pubblico il programma per il 2010.
Colgo l’occasione per augurare a tutti gli studenti e a tutti coloro che la scuola l’hanno già terminata il miglior augurio di buone feste!

Roberto Gazzonis
Segretario Arci Studenti Lodi

dicembre 22, 2009 at 3:19 PM Lascia un commento

“ECCO I PUNTI DELLA RIFORMA GELMINI” (L’Unità, 28/10/2009)

Pubblichiamo un articolo molto interessante del quotidiano L’Unità di oggi… Spiega molto bene quali sono i provvedimenti presi dal Mnistero dell’Istruzione… E’ un testo molto lungo, vi consigliamo di ritagliarvi 5 minuti e di leggerlo!

http://www.unita.it/news/scuola/90415/ecco_tutti_i_punti_della_riforma_gelmini

ECCO I PUNTI DELLA RIFORMA GELMINI
Ricercatori solo tempo, nel limbo l’attuale precariato. Senato accademico svuotato di poteri effettivi e studenti “infilati” ovunque, ma solo come operazione di facciata. Test di accesso persino per le borse di studio per il merito, un fondo a cura dell’Economia e non dal Miur. Riscrittura degli Statuti, pena il commissariamento e ore dei prof certificate e verificate. Ecco la riforma della Gelmini. Meno democrazia e più potere al Cda con l’ingresso delle aziende private e ai rettori. E la protesta dell’Onda è già dietro l’angolo. Un disegno di legge di riforma in 15 articolidi che dopo il via libera del Consiglio dei ministri comincerà il suo iter al Senato, affinchè il ddl Aprea sull’istruzione in fondazione possa avere una corsia privilegiata.

Nuovi statuti o commissariamento
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge le università statali dovranno modificare i propri statuti, rispettanto vincoli e criteri: ridurre le facoltà: al massimo 12 negli Atenei più grandi e i dipartimenti. Per evitare gli sdoppiamenti le università vicine possono federarsi. E ancora: personale esterno nei nuclei di valutazione, snellire i componenti del Senato accademico e dei Cda. Se la governance non verrà rivista, tre mesi di deroga. Poi scatta il commissariamento.

Rettori eletti dai prof.
In carica al massimo 8 anni (non più di due mandati), scelti con voto ponderato dei professori ordinari in servizio.

Cda con dentro i privati
Sarà aperto al territorio, enti locali e mondo produttivo il consiglio di amministrazione. Attribuzione al Consiglio di amministrazione delle funzioni di indirizzo strategico, competenze sull’attivazione o soppressione di corsi e sedi. Il Cda sarà composto di 11 componenti, incluso il rettore e una rappresentenza elettiva degli studenti. Il mandato sarà di 4 anni, quello degli studenti solo biennale. Scompare la figura del direttore amministrativo e subentra quella del direttore generale con compiti di gestione e organizzazione dei serviti, Un vero manager. Il Cda non sarà elettivo, ma fortemente responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del cda potrà essere esterno. Il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come vero e proprio manager dell’ateneo.

Fondo per il merito
Istituito presso il minsitero dell’Economia e non dell’Istruzione il fondo per “sviluppare l’eccellenza e il merito dei migliori studenti”. La gestione è affidata a Consap Spa. Erogherà borse e buoni ma non a pioggia: per accedere bisognerà partecipare a test nazionali. Previsti prestiti d’onore.

Reclutamento prof.
Per i docenti arriva l’abilitazione nazionale di durata quadriennale assegnata sulla base delle pubblicazioni da una commissione sorteggiata tra esperti nazionali e internazionali. Solo chi ha l’abilitazione può partecipare ai concorsi di Atenero che avverranno sulla base di titoli e del curriculum con i bandi pubblicati anche sul sito della Ue e del Miur. Scatti di stipendio solo ai prof migliori: In caso di valutazione negativa si perde lo scatto biennale e non si può partecipare come commissari ai concorsi. Possibilità di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

Ricercatori solo a tempo
Non ci saranno più concorsi per i ricercatori a tempo indeterminato. Solo contratti a termine di tre anni rinnovabili con selezioni pubbliche. Dopo il terzo anno lo studioso può essere chiamato dall’Ateneo per un posto docente. Anche il ministero potrà fare i suoi bandi per sostenere i migliori. Lo stesso vale per gli assegnatisti di ricerca.
Didattica certificata. Non saranno i tornelli o i badge ma di sicuro i prof saranno tenuti a firmare e timbrare le loro ore di lezione. L’obbligo è quello di fare 1.500 ore l’anno, di cui 350 dedicate alla didattica. Il provvedimento abbassa l’età in cui si entra in ruolo da 36 a 30 anni con uno stipendio che passa da 1.300 a 1.800 euro. Tra le novità l’aumento degli importi degli assegni di ricerca e l’abolizione delle borse post-dottorali.

Codice etico anti-parentopoli
Ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele.

Gli studenti valutano i prof.
Gli studenti valuteranno i professori e questo giudizio sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero.

Abilitazione di carriera
Il ddl introduce l’abilitazione nazionale per l’accesso di associati e ordinari. L’abilitazione è attribuita da una commissione nazionale (anche con membri stranieri) sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. Si prevede una netta distinzione tra reclutamento e progressione di carriera.

Bilanci trasparenti
Verrà introdotta una contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra i ministeri dell’Istruzione e del Tesoro. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. È previsto il commissariamento per gli atenei in dissesto finanziario.

Il ministro Gelmini
Allo stato attuale «si diventa mediamente ricercatori a 37 anni – ha spiegato il ministro Gelmini – dopo anni di precariato». «Non ha senso – ha aggiunto – essere ricercatori a 50 o 60 anni». Invece, osserva, con la riforma licenziata dal consiglio dei ministri «si può diventare ricercatori a 30 anni». Il nodo dei ricercatori «è l’aspetto che più mi sta a cuore», ha detto il ministro dopo il Consiglio dei ministri.

Tremonti e i finanziamenti
I finanziamenti della riforma, ha assicurato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ”saranno disponibili con la Finanziaria, e dentro la sua meccanica sarà fondamentale la priorità nei fondi del rimpatrio dei capitali”, cioè dall’utilizzio prioritario delle risorse dello scudo fiscale a favore della riforma degli atenei. «Ci sono dei meccanismi di uscita dallo schema per esempio formule più fondazionali che statali». Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, illustrando con la collega di governo Mariastella Gelmini il ddl di riforma dell’università. «Non è che si privatizza l’università – ha aggiunto il ministro – è come un ritorno al passato». Per la riforma del sistema universitario il governo ha scelto «equilibrio tra modello continentale e quello americano», ha spiegato Tremonti, aggiungendo che la formula prevalente è «il modello anglosassone». Il cda degli atenei sarà, infatti, aperto a territorio, enti locali e mondo produttivo.

L’entusiasmo di Confindustria
«La Riforma approvata oggi risponde all’esigenza, condivisa da Confindustria, di porre l’Università italiana in condizione di competere ad armi pari con i migliori Atenei del mondo». Così Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria per l’Education, commenta il disegno di legge varato stamattina dal Consiglio dei ministri. «Al centro del provvedimento – continua Rocca – c’è il tentativo di liberare il nostro sistema universitario da modelli organizzativi inefficienti, da vincoli burocratici e da abitudini corporative che finora hanno appesantito la vita dei nostri Atenei. Il merito, il finanziamento premiale, la selezione dei migliori e l’internazionalizzazione potranno sostituire l’appiattimento retributivo, il finanziamento su base storica e egualitaria, le assunzioni per anzianità e la chiusura internazionale». «Le nuove regole – conclude il vicepresidente degli industriali – potranno migliorare la gestione finanziaria degli Atenei, consentire alle nostre Università di attrarre docenti e ricercatori validi e di raggiungere più elevati livelli di autogoverno e qualità scientifica e didattica. Mi auguro che l’iter parlamentare sia rapido, registri un ampio consenso e non stravolga un provvedimento organico ed equilibrato che raccoglie anche le migliori proposte dell’opposizione».

Decleva, presidente dei rettori
«La proposta di legge Gelmini per l’ampiezza del suo impianto e la valenza riformatrice degli interventi previsti, rappresenta un’occasione fondamentale e per molti versi irripetibile per chi ha davvero a cuore il recupero e il rilancio dell’università italiana», afferma il presidente della Crui (Conferenza dei Rettoridelle Università italiane), Enrico Decleva. “Ora è necessario – ha aggiunto -che il confronto parlamentare si sviluppiconcentrandosi sul merito delle varie questioni. Così come è indispensabile, e per più aspetti pregiudiziale, che all’avvio del processo riformatore, e a garanzia della sua credibilità, corrisponda una disponibilità adeguata di risorse. A partire da quanto sarà garantito al finanziamento degli atenei per il 2010”.

Tratto da L’Unità del 28 ottobre 2009

ottobre 28, 2009 at 5:28 PM 1 commento

Come il Governo spende i soldi…

Pubblichiamo un video della puntata del 23 ottobre 2008 di Annozero in cui Marco Travaglio elenca diversi modi in cui il Governo preferisce spendere, a scapito dell’Istruzione Pubblica… Il video risale a circa un anno fa… Purtroppo le cose non sono cambiate!

settembre 26, 2009 at 2:05 PM Lascia un commento

Le nostre opinioni e proposte in merito alla Legge Gelmini

Arci Studenti Lodi è un’associazione di studenti medi ed universitari nata in seguito all’Onda Studentesca dei mesi autunnali. Da ormai dieci mesi cerchiamo di diffondere fra i nostri coetanei le nostre opinioni riguardo le decisioni prese dall’attuale Governo in merito all’Istruzione Pubblica, ottenendo un discreto seguito. Opinioni che, purtroppo, contrastano nettamente con le prese di posizione della Gelmini. Ma crediamo che bisogna farsene una ragione, non si può sempre essere d’accordo: il fatto però che la maggior parte del popolo scolastico, come noi, faccia opposizione dimostra che qualcosa debba essere rivisto.

Arci Studenti di Lodi, rispetto ad altri movimenti studenteschi, ha sempre cercato di offrire soluzioni alternative per risolvere i problemi legati alla Scuola Pubblica. Forse, più che soluzioni, è meglio definirle proposte: infatti non abbiamo la presunzione di volere che esse vengano accolte, ma chiediamo che vengano almeno ascoltate e prese in considerazione! Pensiamo che insieme si possa dare il via ad una riforma scolastica che favorisca lo sviluppo qualitativo dell’Istruzione Pubblica.

Noi chiediamo al Ministero dell’Istruzione che:

– Si evitino, o almeno si riducano, i tagli all’Istruzione Pubblica, in quanto riteniamo che ogni persona, che sia cittadino italiano o straniero, abbia il diritto di studiare in una scuola statale che possa assicurargli tutti gli insegnamenti adatti ad una crescita culturale e intellettuale
– Si mantenga invariato il numero di alunni per classe, in quanto riteniamo che un aumento del 40% in tre anni sia esagerato e sfavorevole al miglior apprendimento delle nozioni scolastiche
– Siano mantenuti i corsi sperimentali nei Licei e negli Istituti Tecnici: riteniamo infatti che ogni studente abbia il diritto alla scelta di un corso scolastico che si avvicini il più possibile alle sue richieste e che gli possa consentire la migliore preparazione in vista degli studi universitari
– Vengano rinnovati i contratti di lavoro agli insegnanti e al personale non docente precari e che i nuovi lavoratori vengano assunti con un contratto a tempo indeterminato
– Vengano riqualificati gli istituti che presentano strutture non a norma e/o a rischio sicurezza per gli studenti e gli insegnanti
– Si assumano proposte concrete per contrastare il bullismo, lo spaccio di sostanze illegali e ogni tipo di discriminazione presenti nelle scuole
– Vengano premiati gli studenti più meritevoli con borse di studio e corsi di approfondimento di tutte le discipline offerti dal Ministero

Insomma, noi vogliamo

Un’Istruzione pubblica, democratica e di qualità!

Crediamo che una scuola così non sia un’utopia: noi continueremo ad esprimere le nostre idee finché il Ministro dell’Istruzione non si degnerà di ascoltarci.

settembre 11, 2009 at 2:38 PM Lascia un commento


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